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Il Duomo di Otranto e i suoi segreti

 La Cattedrale di Otranto costituisce un sontuoso edificio eretto su un importante sito storico, che nel corso dei secoli ha ospitato prima un villaggio messapico, poi una domus romana e successivamente un tempio paleocristiano.

La basilica cristiana fu fondata in epoca normanna, nel 1068, dal vescovo Guglielmo, e consacrata nel 1088 dall’ arcivescovo di Benevento, Roffredo.

Il suo destino si intreccia a un tragico episodio storico: nell’agosto del 1480 i Turchi saccheggiano la città, trucidando barbaramente il clero e i fedeli che si erano rifugiati in chiesa. Questa venne trasformata in moschea, distruggendone tutti gli affreschi del XIII secolo. Fu solo nel 1481, dopo la liberazione della città ad opera di Alfonso V di Aragona, che la cattedrale verrà ristrutturata.  

La facciatarealizzata in pietra leccese, presenta una struttura estremamente lineare, ma maestosa ed elegante, dominata dal sontuoso portale barocco, risalente al 1674. L’entrata è sormontata da un pregevole rosone traforato, in stile gotico, che sembra avere la leggerezza di un pizzo.

L’interno, scandito in tre navate con 14 colonne di marmo e antichi capitelli (romani, bizantini e romanici), è a croce latina: i tre bracci del transetto, la cupola su alto tamburo e la cripta appartengono alla chiesa bizantina del X-XI secolo. L’abside, unica, è preceduta da un presbiterio sopraelevato e ha alla destra la sontuosa Cappella di San Cataldo, barocca, ornata con statue e tarsie marmoree, cupola affrescata del XVIII secolo e un fastoso altare.

La cattedrale vanta inoltre un soffitto ligneo a cassettoni, su fondo bianco e nero, risalente al XVII secolo.  

L’edificio però conserva un elemento architettonico conosciuto in tutto il mondo per il grande interesse iconografico: il mosaico pavimentale più grande d’Europa, un racconto di pietra, realizzato dal monaco Pantaleone tra il 1163 e il 1165, ispirandosi alle fonti sacre e profane del sapere medievale.

Copre quasi tutto il pavimento rappresentando un grande albero della vita da cui si snodano rami con intrecci di scene dell’antico Testamento, dei cicli cavallereschi della Tavola Rotonda, delle leggende classiche, dei segni zodiacali, del lavoro dell’uomo, dell’inferno, del Paradiso e dei mostri dell’Apocalisse.

 Nella parte inferiore della basilica vi è una vastissima cripta (XI secolo), con capitelli variamente decorati su 42 colonne che dividono le 5 navate, arricchita da resti di affreschi bizantineggianti.  Visitando la parte superiore della Cattedrale vi si trova un angolo piuttosto curioso e macabro: l’Ossario degli 800 Martiri di Otranto.

Questi testimoni della fede cristiana vennero massacrati dai turchi sul colle di Minerva il 14 agosto 1480, perché rifiutarono di rinnegare il loro credo. Nella Cappella sono conservati, in teche di vetro, i loro resti (teschi e ossa). Dietro l’altare si trova invece il sasso utilizzato per la decapitazione.

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