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Lecce barocca, la storia del barocco leccese

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La storia del barocco leccese affonda le sue origini tra il XVII e il XVIII secolo, in pieno periodo della Controriforma, quando i vescovi risiedenti nella città, si prodigano per trasformare questo tranquillo centro del Salento in una piccola Roma in miniatura, che ben presto diventa celebre per la propria originale interpretazione della forma artistica barocca.

Complesso, scenografico, fantasioso fino all'eccesso ed esuberante: qualche termine che può aiutare a comprendere lo stile eclettico e al contempo unico che questa città sviluppa per mezzo dei suoi visionari artisti.

Un itinerario nella Lecce barocca non può che iniziare dalla Chiesa di Santa Croce, forse l'esemplare architettonico più pregevole (o comunque uno dei più noti) dell'intera città. Francesco Zimbalo è ricordato come l'autore di questo primo esperimento dell'originale espressione barocca leccese, noto soprattutto per la grandiosa facciata superiore, dove una fila di cariatidi che strizzano l'occhio all'arte ellenica sorregge la balaustra dove si sollazzano figure di putti.

Il rosone, cuore della composizione e trappola per l'occhio, è il fiore all'occhiello della facciata di Santa Croce: un raffinato esemplare di delicatezza attorniato da foglie d'acanto e affiancato da due sottili colonne che lo incorniciano.

In tutto il resto della facciata, figure antropomorfe ed animali sembrano agitarsi in un complesso equilibrato: si possono riconoscere fiere, frutti, alberi e fiori, angeli e stemmi. Le tre navate interne sono un inno alla grandiosità e il soffitto a cassettoni dorati dona un tocco di preziosità ad un'opera molto amata dalla popolazione leccese.

La visita fra le striature barocche di
Lecce prosegue verso il contiguo Palazzo dei Celestini, struttura annessa alla Chiesa e che comporta anche un convento. Il complesso così come appare oggi è stato costruito nel 1549, ma è nel 1600 che i lavori subiscono un incremento artistico notevole, grazie al già citato Zimbalo e a Giuseppe Cino. 

Il fregio delle numerose finestre che si aprono sul prospetto ricorda infatti lo stile della Chiesa di Santa Croce mentre il portale principale è attorniato da un fregio di putti festosi e di frutta. Oggigiorno il Palazzo è la sede degli uffici della Prefettura e di quelli provinciali.

Il centro del barocco leccese si trova a qualche passo da Piazza Oronzo, precisamente nel complesso del Duomo cittadino. Sono numerosi i monumenti presenti nel luogo: dalla cattedrale ai Palazzi dei Vescovi, dal seminario all'antico campanile. Il Duomo sorge curiosamente in una posizione insolita rispetto alla piazza, a cui mostra il lato sinistro e non l'ingresso principale, motivo per cui è proprio la zona mancina ad essere stata sviluppata maggiormente dal punto di vista artistico. 

Edificato nel 1144 e ristrutturato nel corso del 1200, il Duomo fu terminato nel 1670 con tanto di edificazione del maestoso campanile adiacente. La statua di San Oronzo sorge sulla cima della cattedrale attirando l'attenzione dei visitatori e dei fedeli, sormontando uno dei più esemplari scorci dell'architettura sacra barocca del salentino.

L'ingresso principale risulta invece essere quello più sobrio e meno elaborato dal punto di vista artistico, pur rimanendo molto pregevole nelle finiture e nei dettagli. Al suo interno il Duomo sfoggia una serie di tele molto pregiate dipinte da Antonio Niso, raffiguranti scene bibliche quali la storia di Noé, o ancora l'Assunzione della Vergine Maria.

Il campanile adiacente, alto ben 72 metri, è il simbolo dell'egemonia della città sul territorio del Salento.

La struttura, che si compone di cinque piani in pietra leccese, è sormontata da una cupola che sfoggia l'effige del santo protettore della città e della piazza. La collocazione del campanile non è casuale: esso si trova in quella posizione per dare un impatto maggiore nel visitatore della piazza. 

Sulla destra della Cattedrale si trova il Palazzo del Vescovado, chiamato anche Episcopio, edificato sulle rovine di un edificio del 1400. La struttura, a forma di "L", ha tre piani e un ingresso monumentale.

Originale anche il Seminario, situato nella parte della Piazza che un tempo ospitava le botteghe cittadine; opera di Cino, questo pregevole esemplare di barocco leccese era considerato, all'epoca in cui fu costruito, una delle meraviglie del mondo conosciuto.

Il perché non è certo un mistero: le sue linee armoniose e raffinate, la cura della scelta dei marmi e delle pietre lo rendono un edificio davvero apprezzabile e ben conservato.

L'atrio nasconde a primo acchito elementi interessanti, come il piccolo pozzo, opera particolarmente ricca di elementi barocchi fra cui putti, frutti e fiori. Oggi all'interno del palazzo si trova il Museo Diocesano di Arte Sacra. Non mancano fra le pieghe più nascoste della città esempi lodevoli di arte meno noti, come le Chiese minori realizzate dal genio di Cino e altre piccole espressioni di creatività che hanno contribuito a rendere la città salentina maestra nel tema dell'archiettura barocca. 

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